Osea 11

Nuova Riveduta 2006

1 «Quando Israele era fanciullo, io lo amai e chiamai mio figlio fuori d’Egitto.2 Egli è stato chiamato, ma si è allontanato da chi lo chiamava; hanno sacrificato ai Baal, hanno bruciato incenso a immagini scolpite!3 Io insegnai a Efraim a camminare, sorreggendolo per le braccia; ma essi non hanno riconosciuto che io cercavo di guarirli.4 Io li attiravo con corde umane, con legami d’amore; ero per loro come chi solleva il giogo dalle mascelle, e porgevo loro dolcemente da mangiare.5 Israele non tornerà nel paese d’Egitto; ma l’Assiro sarà il suo re, perché hanno rifiutato di convertirsi.6 La spada sarà brandita contro le sue città, ne spezzerà le sbarre, ne divorerà gli abitanti, a motivo dei loro disegni.7 Il mio popolo persiste a sviarsi da me; lo si invita a guardare a chi è in alto, ma nessuno di essi alza lo sguardo.8 Come farei a lasciarti, o Efraim? Come farei a darti in mano altrui, o Israele? Come potrei renderti simile ad Adma e ridurti allo stato di Seboim[1]? Il mio cuore si commuove tutto dentro di me, tutte le mie compassioni si accendono.9 Io non sfogherò la mia ira ardente, non distruggerò Efraim di nuovo, perché sono Dio, e non un uomo, sono il Santo in mezzo a te, e non verrò nel mio furore.10 Essi seguiranno il Signore, che ruggirà come un leone, poiché egli ruggirà, e i figli accorreranno in fretta dall’Occidente.11 Accorreranno in fretta dall’Egitto come uccelli, e dal paese d’Assiria come colombe; io li farò abitare nelle loro case», dice il Signore.