Giobbe 7

Nuova Riveduta 2006

1 «La vita dell’uomo sulla terra è come quella di un soldato; i suoi giorni sono simili ai giorni di un mercenario.2 Come lo schiavo anela l’ombra, come l’operaio aspetta il suo salario,3 così a me toccano mesi di sciagura, mi sono assegnate notti di dolore.4 Non appena mi corico, dico: “Quando mi alzerò?” Ma la notte si prolunga, e mi sazio di agitazioni fino all’alba.5 La mia carne è coperta di vermi e di croste polverose, la mia pelle si richiude, poi riprende a suppurare.6 I miei giorni se ne vanno più veloci della spola, si consumano senza speranza.7 Ricòrdati che la mia vita è un soffio! L’occhio mio non vedrà più il bene.8 Lo sguardo di chi ora mi vede non mi potrà più scorgere; gli occhi tuoi mi cercheranno, ma io non sarò più.9 La nuvola svanisce e si dilegua; così chi scende nel soggiorno dei morti non ne risalirà;10 non tornerà più nella sua casa e il luogo dove stava non lo riconoscerà più.11 Io, perciò, non terrò chiusa la bocca; nell’angoscia del mio spirito io parlerò, mi lamenterò nell’amarezza dell’anima mia.12 Sono io forse il mare o un mostro marino che tu ponga intorno a me una guardia?13 Quando dico: “Il mio letto mi darà sollievo, il mio giaciglio allevierà la mia pena!”,14 tu mi sgomenti con sogni e mi spaventi con visioni;15 io preferisco soffocare, a queste mie ossa preferisco la morte.16 Io mi sto consumando; non vivrò sempre; ti prego, lasciami stare; i giorni miei non sono che un soffio.17 Che cos’è l’uomo che tu ne faccia tanto caso, che tu t’interessi a lui,18 lo visiti ogni mattina e lo metta alla prova ogni istante?19 Quando cesserai di tenere lo sguardo fisso su di me? Quando mi darai tempo d’inghiottire la mia saliva?20 Se ho peccato, che ho fatto a te, o guardiano degli uomini? Perché hai fatto di me il tuo bersaglio a tal punto che sono divenuto un peso a me stesso?21 Perché non perdoni le mie trasgressioni e non cancelli la mia iniquità? Poiché presto giacerò nella polvere; tu mi cercherai, ma io non sarò più».