Luca 15

Nuova Riveduta 2006

1 Tutti i pubblicani e i peccatori si avvicinavano a lui per ascoltarlo.2 Ma i farisei e gli scribi mormoravano, dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».3 Ed egli disse loro questa parabola:4 «Chi di voi, avendo cento pecore, se ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e non va dietro a quella perduta finché non la ritrova?5 E trovatala, tutto allegro se la mette sulle spalle;6 e giunto a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la mia pecora che era perduta”.7 Vi dico che, allo stesso modo, ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento.8 «Oppure, qual è la donna che se ha dieci dramme e ne perde una, non accende un lume e non spazza la casa e non cerca con cura finché non la ritrova?9 Quando l’ha trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: “Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta”.10 Così, vi dico, v’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede».11 Disse ancora: «Un uomo aveva due figli.12 Il più giovane di loro disse al padre: “Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta”. Ed egli divise fra loro i beni.13 Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, messa insieme ogni cosa, partì per un paese lontano e vi sperperò i suoi beni, vivendo dissolutamente.14 Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una gran carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.15 Allora si mise con uno degli abitanti di quel paese, il quale lo mandò nei suoi campi a pascolare i maiali.16 Ed egli avrebbe voluto sfamarsi con i baccelli[1] che i maiali mangiavano, ma nessuno gliene dava.17 Allora, rientrato in sé, disse: “Quanti servi di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!18 Io mi alzerò e andrò da mio padre, e gli dirò: ‘Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te:19 non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi servi’”.20 Egli dunque si alzò e tornò da suo padre. Ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò.21 E il figlio gli disse: “Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te: non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”.22 Ma il padre disse ai suoi servi: “Presto, portate qui la veste più bella e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei calzari ai piedi;23 portate fuori il vitello ingrassato, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa,24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato”. E si misero a fare gran festa.25 Or il figlio maggiore si trovava nei campi, e mentre tornava, come fu vicino a casa, udì la musica e le danze.26 Chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa succedesse.27 Quello gli disse: “È tornato tuo fratello e tuo padre ha ammazzato il vitello ingrassato, perché lo ha riavuto sano e salvo”.28 Egli si adirò e non volle entrare; allora suo padre uscì e lo pregava di entrare.29 Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, da tanti anni ti servo e non ho mai trasgredito un tuo comando; a me però non hai mai dato neppure un capretto per far festa con i miei amici.30 Ma quando è venuto questo tuo figlio che ha sperperato i tuoi beni con le prostitute, tu hai ammazzato per lui il vitello ingrassato”.31 Il padre gli disse: “Figliolo, tu sei sempre con me e ogni cosa mia è tua;32 ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato”».

Luca 15

La Parola è Vita

1 Ad ascoltare Gesù venivano anche certi esattori delle tasse disonesti ed altri noti peccatori.2 La loro presenza suscitava molte critiche da parte dei capi religiosi e dei dottori della legge ebraica, perché Gesù si univa a quella gente poco raccomandabile; non solo, mangiava perfino con loro!3-4 Gesù allora raccontò questa parabola: «Fate conto di avere cento pecore e ne perdete una nel deserto. Che cosa farete? Non lascerete forse le altre novantanove per andare a cercare quella che si è perduta, finché non lʼavete trovata?5 E poi, felici, ve la riporterete a casa sulle spalle!6 Arrivati, riunirete gli amici e i vicini, per festeggiare la pecora ritrovata.7 Allo stesso modo si fa più festa in cielo per un solo peccatore che torna a Dio, che per novantanove altri che non si sono smarriti!8 Prendete un altro esempio: una donna ha dieci monete dʼargento di un certo valore e ne perde una. Bene, che cosa farà? Accenderà una lampada e spazzerà in ogni angolo della casa, cercando dappertutto, finché non lʼavrà ritrovata.9 Poi chiamerà amiche e vicine, perché si rallegrino con lei.10 Allo stesso modo cʼè gioia alla presenza degli angeli di Dio, quando un peccatore si pente!» Poi Gesù raccontò questʼaltra parabola:11 «Un uomo aveva due figli.12 Un giorno il minore disse al padre: “Voglio subito la mia parte dʼeredità”. E il padre acconsentì di dividere la sua ricchezza fra i due figli.13 Alcuni giorni dopo, il figlio minore, fatti i bagagli, partì per un paese lontano, dove sperperò tutto il suo denaro con una vita dissoluta.14 Proprio quando era rimasto senza il becco di un quattrino, scoppiò una grande carestia in tutto il paese ed egli si trovò in gravi difficoltà economiche.15 Si mise allora al servizio di un contadino, che lo mandò a pascolare i porci.16 La fame però aumentava, tanto che perfino ciò che mangiavano i maiali gli sembrava buono, ma nessuno gliene dava.17 Quando finalmente si rese conto della sua situazione, disse tra di sé: “A casa mia perfino i servi hanno cibo che basta e avanza, mentre io me ne sto qui a morire di fame!18 Ritornerò a casa da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro Dio e contro di te;19 non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Ti prego, prendimi come tuo servo!”20 Così il giovane tornò a casa sua. Era ancora lontano che suo padre lo vide arrivare; pieno dʼamore e compassione gli corse incontro, lo abbracciò e lo baciò.21 Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te, non sono più degno di essere chiamato tuo figlio!”22 Ma il padre disse ai servi: “Svelti, portate i vestiti più belli che abbiamo in casa e fateglieli indossare! Portate anche un anello con una pietra preziosa, e non dimenticate i sandali!23 Poi ammazzate il vitello che teniamo allʼingrasso. Dobbiamo festeggiare con un gran pranzo,24 perché questo figlio mio era per me come morto, ed ora è ritornato in vita. Era perduto, ed ora lʼho ritrovato!” Così ebbe inizio la festa.25 Nel frattempo il figlio maggiore stava lavorando nei campi. Quando tornò a casa, sentì la musica provenire dalla sala del banchetto26 e chiese ad uno dei servi che cosa stesse accadendo.27 “È tornato tuo fratello!” gli rispose il servo, “e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello che era allʼingrasso ed ha preparato un grande banchetto per festeggiare il suo ritorno a casa, sano e salvo!”28 Il fratello maggiore sʼadirò e non voleva neppure entrare in casa. Il padre, allora, uscì e cercò di convincerlo ad entrare,29 ma egli disse: “Tutti questi anni ho lavorato sodo per te e non mi sono mai rifiutato di fare una sola cosa che tu avessi ordinato. Ebbene, in tutto questo tempo tu non mi hai dato neppure un capretto per far festa con i miei amici.30 Invece, quando questo tuo figlio è ritornato, dopo aver sperperato tutti i tuoi soldi con le prostitute, lʼhai festeggiato facendo ammazzare il più bel vitello che avevamo!”31 “Vedi, figlio mio”, gli spiegò il padre, “tu ed io siamo molto uniti, e tutto ciò che è mio è anche tuo.32 Ma è giusto festeggiare, perché questo tuo fratello era per me come morto ed è tornato in vita! Era perduto ed ora lʼho ritrovato!”»