Atti 20

Nuova Riveduta 2006

di Società Biblica di Ginevra
1 Cessato il tumulto, Paolo fece chiamare i discepoli e, dopo averli esortati, li salutò e partì per la Macedonia.2 Attraversate quelle regioni, rivolgendo molte esortazioni ai discepoli, giunse in Grecia.3 Qui si trattenne tre mesi. Poi, dato che i Giudei avevano ordito un complotto contro di lui mentre stava per imbarcarsi per la Siria, decise di ritornare attraverso la Macedonia.4 Lo accompagnarono Sòpatro di Berea, figlio di Pirro, Aristarco e Secondo di Tessalonica, Gaio di Derba, Timoteo e, della provincia d’Asia, Tichico e Trofimo.5 Questi andarono avanti e ci aspettarono a Troas.6 Trascorsi i giorni degli Azzimi partimmo da Filippi e, dopo cinque giorni, li raggiungemmo a Troas, dove ci trattenemmo sette giorni.7 Il primo giorno della settimana, mentre eravamo riuniti per spezzare il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, parlava ai discepoli, e prolungò il discorso fino a mezzanotte.8 Nella sala di sopra, dove eravamo riuniti, c’erano molte lampade;9 un giovane di nome Eutico, che stava seduto sul davanzale della finestra, fu colto da un sonno profondo, poiché Paolo tirava in lungo il suo dire; egli, sopraffatto dal sonno, precipitò giù dal terzo piano e venne raccolto morto.10 Ma Paolo scese, si gettò su di lui e, abbracciatolo, disse: «Non vi turbate, perché la sua anima è in lui».11 Poi risalì, spezzò il pane e prese cibo; e dopo aver ragionato lungamente sino all’alba, partì.12 Il giovane fu ricondotto vivo, ed essi ne furono oltremodo consolati.13 Quanto a noi, che eravamo partiti con la nave, facemmo vela per Asso, dove avevamo intenzione di prendere a bordo Paolo; perché egli aveva stabilito così, volendo fare quel tragitto a piedi.14 Quando ci raggiunse ad Asso, lo prendemmo con noi e arrivammo a Mitilene.15 Di là, navigando, arrivammo il giorno dopo di fronte a Chio; il giorno seguente approdammo a Samo, e il giorno dopo giungemmo a Mileto.16 Paolo aveva deciso di oltrepassare Efeso, per non perdere tempo in Asia; egli si affrettava per trovarsi a Gerusalemme, se gli fosse stato possibile, il giorno della Pentecoste.17 Da Mileto mandò a Efeso a chiamare gli anziani della chiesa.18 Quando giunsero da lui, disse loro: «Voi sapete in quale maniera, dal primo giorno che giunsi in Asia, mi sono sempre comportato con voi,19 servendo il Signore con ogni umiltà e con lacrime, tra le prove venutemi dalle insidie dei Giudei;20 e come non vi ho nascosto nessuna delle cose che vi erano utili, e ve le ho annunciate e insegnate in pubblico e nelle vostre case,21 e ho avvertito solennemente Giudei e Greci di ravvedersi davanti a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù.22 Ed ecco che ora, legato dallo Spirito, vado a Gerusalemme senza sapere le cose che là mi accadranno.23 So soltanto che lo Spirito Santo in ogni città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni.24 Ma non faccio nessun conto della mia vita, come se mi fosse preziosa, pur di condurre a termine la mia corsa e il servizio affidatomi dal Signore Gesù, cioè di testimoniare del vangelo della grazia di Dio.25 E ora, ecco, io so che voi tutti fra i quali sono passato predicando il regno non vedrete più la mia faccia.26 Perciò io vi dichiaro quest’oggi di essere puro del sangue di tutti;27 perché non mi sono tirato indietro dall’annunciarvi tutto il consiglio di Dio.28 Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi[1], per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue.29 Io so che dopo la mia partenza si introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge;30 e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli.31 Perciò vegliate, ricordandovi che per tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lacrime.32 E ora vi affido a Dio e alla Parola della sua grazia, la quale può edificarvi e darvi l’eredità di tutti i santificati.33 Non ho desiderato né l’argento, né l’oro, né i vestiti di nessuno.34 Voi stessi sapete che queste mani hanno provveduto ai bisogni miei e di coloro che erano con me.35 In ogni cosa vi ho mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse egli stesso: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere”».36 Quando ebbe dette queste cose, si pose in ginocchio e pregò con tutti loro.37 Tutti scoppiarono in un gran pianto; e si gettarono al collo di Paolo e lo baciarono,38 dolenti soprattutto perché aveva detto loro che non avrebbero più rivisto la sua faccia; e lo accompagnarono alla nave.

Atti 20

Gute Nachricht Bibel 2018

di Deutsche Bibelgesellschaft
1 Als der Tumult sich gelegt hatte, rief Paulus die Gemeinde zusammen. Er machte den Jüngern und Jüngerinnen[1] noch einmal Mut und verabschiedete sich von ihnen, um nach Mazedonien zu reisen. (At 11,23)2 Dort besuchte er überall die Gemeinden und stärkte sie durch seine Worte. Schließlich kam er nach Griechenland3 und blieb drei Monate dort. Dann wollte er mit einem Schiff nach Syrien fahren. Weil aber die Juden während der Schiffsreise einen Anschlag auf ihn machen wollten,[2] entschloss er sich, wieder den Landweg über Mazedonien zu nehmen.4 Auf dieser Reise begleiteten ihn sieben Vertreter der Gemeinden: aus Beröa Sopater, der Sohn von Pyrrhus, aus Thessalonich Aristarch und Sekundus, aus Derbe Gaius, weiter Timotheus und schließlich aus der Provinz Asien Tychikus und Trophimus. (At 19,29)5 Diese beiden fuhren nach Troas voraus und erwarteten uns dort.6 Wir anderen bestiegen nach dem Passafest in Philippi ein Schiff und stießen nach fünftägiger Fahrt in Troas zu ihnen. Wir blieben dort eine Woche.7 Am Sonntagabend kamen wir zum Mahl des Herrn[3] zusammen. Paulus sprach zu den Versammelten, und weil er zum letzten Mal mit ihnen zusammen war – denn er wollte am nächsten Tag weiterreisen –, dehnte er seine Rede bis Mitternacht aus. (At 2,42; At 2,46)8 In unserem Versammlungsraum im obersten Stock brannten zahlreiche Lampen.9 Auf der Fensterbank saß ein junger Mann mit Namen Eutychus. Als Paulus so lange sprach, schlief er ein und fiel drei Stockwerke tief aus dem Fenster. Als sie ihn aufhoben, war er tot.10 Paulus aber ging hinunter, legte sich auf ihn, umfasste ihn und sagte: »Macht euch keine Sorgen, er lebt!« (1Re 17,21)11 Dann ging er wieder hinauf. Er brach das Brot, teilte es aus und aß es mit ihnen. Danach sprach er noch lange mit ihnen und verabschiedete sich erst, als die Sonne aufging.12 Den jungen Mann aber brachten sie gesund nach Hause und alle waren von großer Freude erfüllt.13 Wir alle außer Paulus bestiegen ein Schiff und fuhren nach Assos. Dort sollten wir Paulus an Bord nehmen. Er hatte es so angeordnet, weil er die Strecke zu Fuß gehen wollte.14 Als er in Assos zu uns stieß, fuhren wir gemeinsam nach Mitylene.15 Von da aus ging es am nächsten Tag weiter bis in die Nähe von Chios. Am Tag darauf legten wir in Samos an und noch einen Tag später erreichten wir Milet.16 Paulus hatte beschlossen, an Ephesus vorbeizufahren, um nicht zu viel Zeit zu verlieren. Er wollte so schnell wie möglich weiterkommen, um bis Pfingsten in Jerusalem zu sein.17 Von Milet aus schickte er jedoch den Ältesten der Gemeinde in Ephesus eine Nachricht und ließ sie bitten, zu ihm zu kommen. (At 18,21)18 Als sie eingetroffen waren, sagte Paulus zu ihnen: »Ihr wisst, wie ich von dem Tag an, als ich die Provinz Asien betrat, bei euch gelebt habe. (At 18,19; At 19,10)19 Mit selbstloser Hingabe habe ich mich für den Herrn eingesetzt und ihm gedient, manchmal unter Tränen und unter schweren Prüfungen, die ich zu bestehen hatte, wenn die Juden mich verfolgten.20 Ich habe euch nichts verschwiegen, was für euch wichtig ist, wenn ich in der Öffentlichkeit oder in euren Hausgemeinden sprach.21 Juden wie Nichtjuden habe ich beschworen, zu Gott umzukehren und ihr Vertrauen auf Jesus, unseren Herrn, zu setzen. (At 11,18; At 16,31; At 26,18; 1Te 1,9)22 Seht, ich gehe jetzt nach Jerusalem – gefesselt vom Heiligen Geist und als sein Gefangener. Ich weiß nicht, wie es mir dort ergehen wird; (At 10,19)23 aber das weiß ich: In jeder Stadt, in die ich komme, kündigt der Heilige Geist mir an, dass in Jerusalem Verfolgung und Fesselung auf mich warten. (At 9,16; At 21,4; At 21,11)24 Doch was liegt schon an meinem Leben! Wichtig ist nur, dass ich bis zum Schluss den Auftrag erfülle, den mir Jesus, der Herr, übertragen hat: die Gute Nachricht zu verkünden, dass Gott sich über die Menschen erbarmt hat. (At 21,13; Fili 1,21; 2Ti 4,7)25 Seht, ich weiß, dass ich jetzt zum letzten Mal unter euch bin. Ihr und alle, denen ich die Botschaft von der anbrechenden Herrschaft Gottes gebracht habe, ihr werdet mich nicht wiedersehen. (At 28,23)26 Deshalb erkläre ich heute feierlich vor euch: Mich trifft keine Schuld, wenn einer von euch verloren geht. (At 18,6)27 Ich habe euch nichts vorenthalten, sondern euch die Heilsabsicht Gottes unverkürzt verkündet.28 Gebt acht auf euch selbst und auf die ganze Herde, die der Heilige Geist eurer Aufsicht und Leitung anvertraut hat! Seid treue Hirten der Gemeinde, die Gott durch das Blut seines eigenen Sohnes für sich erworben hat! (At 11,23; 1P 2,25; 1P 5,2)29 Denn ich weiß, wenn ich nicht mehr unter euch bin, werden gefährliche Wölfe bei euch eindringen und unter der Herde wüten. (Mat 7,15; Giov 10,12)30 Aus euren eigenen Reihen werden Männer auftreten und mit ihren verkehrten Lehren die Jünger und Jüngerinnen[4] zu verführen suchen, sodass sie nicht mehr dem Herrn, sondern ihnen folgen. (Ga 4,17; 1G 2,19)31 Darum gebt acht und denkt daran, dass ich mich drei Jahre lang bei Tag und Nacht, oft unter Tränen, um jeden und jede in der Gemeinde bemüht habe. (At 19,8; At 19,10; 2Co 11,28; 1Te 2,11)32 Nun stelle ich euch unter den Schutz Gottes und unter die Botschaft seiner rettenden Gnade. Durch sie wird er eure Gemeinde im Glauben reifen lassen und ihr das ewige Erbe schenken, gemeinsam mit allen anderen, die er zu seinem heiligen Volk gemacht hat. (At 26,18; 1Te 5,23; 2Te 1,11)33-34 Noch etwas: Ihr wisst, dass ich nie Unterstützung angenommen habe. Weder Geld noch Kleider habe ich je von jemand erbeten. Mit diesen meinen Händen habe ich erarbeitet, was ich und meine Begleiter zum Leben brauchten. (At 18,3)35 Überhaupt habe ich euch mit meiner Lebensführung gezeigt, dass wir hart arbeiten müssen, um auch den Bedürftigen etwas abgeben zu können. Wir sollen uns immer an das erinnern, was Jesus, der Herr, darüber gesagt hat. Von ihm stammt das Wort: ›Auf dem Geben liegt mehr Segen als auf dem Nehmen.‹« (Mat 10,8; Sir 4,31)36 Nachdem Paulus geendet hatte, kniete er zusammen mit allen nieder und betete.37 Als es an den Abschied ging, brachen alle in lautes Weinen aus, umarmten und küssten ihn.38 Am meisten bedrückten sie seine Worte: »Ihr werdet mich nicht wiedersehen.« Dann begleiteten sie ihn zum Schiff. (At 20,25)