Jeremia 17 | Menge Bibel Nuova Riveduta 2006

Jeremia 17 | Menge Bibel

Judas unverzeihliche Schuld und Gottes schwere Strafe

1 Die Sünde Judas ist aufgeschrieben mit eisernem Griffel, mit diamantener Spitze eingegraben in die Tafel ihres Herzens und an die Hörner ihrer Altäre. 2 Wie ihrer Kinder, so gedenken sie ihrer Altäre und ihrer Ascheren* bei den dichtbelaubten Bäumen, auf den hohen Hügeln. 3 »Meinen Berg im Gefilde, deine Habe, alle deine Schätze gebe ich der Plünderung preis, deine Höhen als Entgelt für deine Versündigung in allen Teilen deines Gebiets. 4 Da mußt du denn, und zwar durch eigene Schuld, deinen Erbbesitz fahren lassen, den ich dir verliehen habe, und ich will dich deinen Feinden zum Knecht* machen in einem Lande, das du nicht kennst; denn ein Feuer habt ihr in meiner Nase* angezündet, das bis in Ewigkeit brennen wird.«

Falsches Menschenvertrauen und rechtes Gottvertrauen und ihre Früchte

5 So hat der HERR gesprochen: »Verflucht ist der Mann, der sich auf Menschen verläßt und Fleisch zu seinem Arm macht und dessen Herz sich vom HERRN abkehrt! 6 Der gleicht einem kahlen Baume* in der Steppe und wird nicht erleben, daß Gutes kommt; nein, er muß in dürren Wüstenstrichen wohnen, auf dem Salzboden der unwirtlichen Heide. 7 Gesegnet aber ist der Mann, der sich auf den HERRN verläßt und dessen Zuversicht der HERR ist! 8 Der gleicht einem Baume, der am Wasser gepflanzt ist und seine Wurzeln nach dem Bache hin ausstreckt; er hat nichts zu fürchten, wenn Hitze kommt, und sein Laub bleibt grün; auch in dürren Jahren ist ihm nicht bange, und ohne Aufhören trägt er Früchte.«

Zwei Sprüche der Lebenserfahrung: des Menschen Herz und die Unsicherheit des ungerechten Gewinnes

9 Arglistig ist das Herz, mehr als alles andere, und verschlagen ist es: wer kann es ergründen? 10 »Ich, der HERR, erforsche das Herz und prüfe die Nieren, und zwar um einem jeden zu vergelten nach seinem Wandel, nach der Frucht seiner Taten*.« 11 Wie ein Rebhuhn, das Eier bebrütet, die es nicht gelegt hat, so ist ein Mensch, der Reichtum erwirbt, aber nicht auf rechtmäßige Weise: in der Mitte seiner Lebenstage muß er ihn wieder fahren lassen, und an seinem Ende steht er da als Narr.

Israels herrlicher Besitz

12 O Thron der Herrlichkeit, hocherhaben von Anbeginn an, du Stätte unsers Heiligtums! 13 O Hoffnung Israels, HERR! Alle, die dich verlassen, werden zuschanden, und die von dir abfallen, deren Namen werden auf die Erde* geschrieben; denn verlassen haben sie den Brunnquell lebendigen Wassers, den HERRN.

Jeremias Rachegebet gegen Spötter und Gegner

14 Heile mich, HERR, so werde ich heil, hilf mir, so ist mir geholfen! Denn mein Lobpreis* bist du. 15 Siehe, jene sagen zu mir: »Wo bleibt denn das Drohwort des HERRN? Möge es doch eintreffen!« 16 Ich aber habe mich nicht dem Hirtenamt in deinem Dienst entzogen und habe den Tag des Unheils nicht herbeigewünscht: du weißt es wohl! Was über meine Lippen gekommen ist, liegt offen vor deinen Augen. 17 Mache mich nicht völlig hoffnungslos, du bist meine Zuflucht am Tage des Unheils! 18 Laß meine Verfolger zuschanden* werden, aber nicht mich! Laß sie verzagt dastehen, aber nicht mich! Bringe über sie den Tag des Unheils und zerschmettere sie mit doppelter Vernichtung! 19 So hat der HERR mir geboten: »Gehe hin und stelle dich auf im Tor der Söhne des Volkes*, durch das die Könige von Juda aus- und einziehen, und in allen übrigen Toren Jerusalems 20 und sage zu ihnen: Vernehmt das Wort des HERRN, ihr Könige von Juda und ihr Judäer insgesamt und alle ihr Bewohner Jerusalems, die ihr durch diese Tore eingeht! 21 So hat der HERR gesprochen: ›Hütet euch um eures Lebens willen, am Sabbattage eine Last auf euch zu nehmen und sie in die Tore Jerusalems hineinzubringen! 22 Tragt am Sabbattage auch keine Last aus euren Häusern hinaus und verrichtet überhaupt keinerlei Arbeit, sondern haltet den Sabbattag heilig, wie ich euren Vätern geboten habe!‹ 23 Doch sie haben nicht gehorcht und mir kein Gehör geschenkt, sondern haben sich halsstarrig gezeigt, so daß sie nicht gehorsam gewesen sind und sich nicht haben warnen lassen. 24 ›Wenn ihr nun willig auf mich hört‹ – so lautet der Ausspruch des HERRN –, ›daß ihr am Sabbattage keine Last durch die Tore dieser Stadt hereintragt, vielmehr den Sabbattag heilig haltet, indem ihr keinerlei Arbeit an ihm verrichtet, 25 so werden Könige [und Fürsten], die auf dem Throne Davids sitzen, durch die Tore dieser Stadt zu Wagen und zu Roß einziehen, sie samt ihren Fürsten*, die Männer von Juda samt den Bewohnern Jerusalems, und diese Stadt wird ewig bewohnt bleiben. 26 Dazu werden aus den Ortschaften Judas und aus der Umgegend von Jerusalem sowie aus dem Stamme Benjamin und aus der Niederung, vom Bergland und aus dem Südgau Leute kommen, die Brand- und Schlachtopfer, Speisopfer und Weihrauch darbringen und mit Dankopfern im Tempel des HERRN erscheinen. 27 Wenn ihr aber nicht auf mich hört, den Sabbattag heilig zu halten, so daß ihr am Sabbattage keinerlei Last tragt, noch mit einer solchen durch die Tore Jerusalems eingeht, so will ich Feuer an die Tore der Stadt legen, das soll die Paläste Jerusalems verzehren und nicht erlöschen!‹«

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Nuova Riveduta 2006

Il peccato scolpito sul cuore

1 «Il peccato di Giuda è scritto con uno stilo di ferro, con una punta di diamante; è scolpito sulla tavola del loro cuore e sui corni dei vostri altari. 2 Come si ricordano dei loro figli, così si ricordano dei loro altari e dei loro idoli di Astarte, presso gli alberi verdeggianti sugli alti colli. 3 O mia montagna, che domini la campagna, io darò i tuoi beni, tutti i tuoi tesori e i tuoi alti luoghi come preda, a causa dei peccati che tu hai commessi entro tutti i tuoi confini! 4 Tu, per tua colpa, perderai l’eredità che io ti avevo data e ti farò servire i tuoi nemici in un paese che non conosci, perché avete acceso il fuoco della mia ira, ed esso arderà per sempre». 5 Così parla il Signore: «Maledetto l’uomo che confida nell’uomo e fa della carne il suo braccio, e il cui cuore si allontana dal Signore! 6 Egli è come una tamerice nel deserto: quando giunge il bene, egli non lo vede; abita in luoghi aridi, nel deserto, in terra salata, senza abitanti. 7 Benedetto l’uomo che confida nel Signore e la cui fiducia è il Signore! 8 Egli è come un albero piantato vicino all’acqua, che distende le sue radici lungo il fiume: non si accorge quando viene la calura e il suo fogliame rimane verde; nell’anno della siccità non è in affanno e non cessa di portare frutto». 9 Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo? 10 «Io, il Signore, che investigo il cuore, che metto alla prova le reni, per retribuire ciascuno secondo le sue vie, secondo il frutto delle sue azioni». 11 Chi acquista ricchezze, ma non con giustizia, è come la pernice che cova uova che non ha fatte; nel bel mezzo dei suoi giorni egli deve lasciarle e quando arriva la sua fine non è che uno stolto. 12 Trono di gloria, eccelso fin dal principio, è il luogo del nostro santuario. 13 Speranza d’Israele, o Signore, tutti quelli che ti abbandonano saranno confusi; quelli che si allontanano da te saranno iscritti sulla polvere, perché hanno abbandonato il Signore, la sorgente delle acque vive. 14 Guariscimi, Signore, e sarò guarito; salvami, e sarò salvo, poiché tu sei la mia lode. 15 Ecco, essi mi dicono: «Dov’è la parola del Signore? Che essa si compia, dunque!» 16 Quanto a me, io non mi sono rifiutato di essere loro pastore agli ordini tuoi, né ho desiderato il giorno funesto, tu lo sai; quanto è uscito dalle mie labbra è stato manifesto davanti a te. 17 Non essere per me uno spavento; tu sei il mio rifugio nel giorno della calamità. 18 Siano confusi i miei persecutori, non io sia confuso; siano spaventati essi, non io sia spaventato. Fa’ venire su di loro il giorno della calamità e colpiscili con doppia distruzione!

La santificazione del sabato

19 Così mi ha detto il Signore: «Va’ e fèrmati alla porta dei figli del popolo per la quale entrano ed escono i figli di Giuda, e a tutte le porte di Gerusalemme, e di’ loro: 20 “Ascoltate la parola del Signore, o re di Giuda, e tutto Giuda, e voi tutti gli abitanti di Gerusalemme, che entrate per queste porte! 21 Così parla il Signore: Per amore della vostra stessa vita, guardatevi dal portare qualsiasi carico e dal farlo passare per le porte di Gerusalemme in giorno di sabato; 22 non tirate fuori dalle vostre case alcun carico e non fate alcun lavoro in giorno di sabato, ma santificate il giorno del sabato, come io comandai ai vostri padri. 23 Essi, però, non diedero ascolto, non prestarono orecchio, ma irrigidirono il collo per non ascoltare e per non ricevere istruzione. 24 Se voi mi ascoltate attentamente”, dice il Signore, “se non fate entrare alcun carico per le porte di questa città in giorno di sabato, ma santificate il giorno del sabato e non fate in esso alcun lavoro, 25 i re e i prìncipi che siedono sul trono di Davide entreranno per le porte di questa città su carri e su cavalli: entreranno essi, i loro prìncipi, gli uomini di Giuda, gli abitanti di Gerusalemme; e questa città sarà abitata per sempre. 26 Dalle città di Giuda, dai luoghi circostanti di Gerusalemme, dal paese di Beniamino, dalla pianura, dal monte e dalla regione meridionale si verrà a portare olocausti, vittime, offerte, incenso e a offrire sacrifici di ringraziamento nella casa del Signore. 27 Ma se non mi date ascolto e non santificate il giorno del sabato, e non vi astenete dal portare carichi e dall’introdurne per le porte di Gerusalemme in giorno di sabato, io accenderò un fuoco alle porte della città ed esso divorerà i palazzi di Gerusalemme, e non si estinguerà”».